Il figlio di un emigrato grassanese racconta la storia di suo padre

13.09.2015 19:35

                                   LASCIO’ IL PAESE IN CERCA DI FORTUNA

      

Sono figlio di grassanesi emigrati in cerca di lavoro in Francia, precisamente a Rombas, vicino Metz. Mio padre, Nicola Bonelli, faceva il bracciante agricolo e lavorava alla giornata, quando aveva la fortuna di essere scelto dai padroni. Spesso mancava anche il pane per mangiare.

Un giorno, nel 1957, tramite parenti, ha saputo che a Rombas cercavano operai per lavorare nel campo della siderurgia. Dopo aver ben riflettuto su quello che lasciava e su quello che l’attendeva, si decise e prese il treno. Era aprile, aveva una valigetta con dentro qualche vestito ed addosso solo una camicia.

Nel nuovo paese lo colpì il clima particolarmente rigido. Fortunatamente, dopo un giorno, trovò una collocazione.

Il lavoro era molto faticoso e pericoloso: lavorava agli alti forni come fonditore. Ma la busta paga faceva dimenticare tutto ed in più aveva da mangiare tutti i giorni ed un alloggio. Dopo quattro anni di sacrifici mio padre ritornò a Grassano dove incontrò mia madre, Giuseppina Giacoia. Decisero di sposarsi.

A malincuore mia madre lasciò il paese. Il cambiamento era totale: il clima, la lingua, le usanze, tutto era diverso. Si sono adattati come hanno potuto, malgrado le difficoltà. Dalla loro unione sono nati tre figli: Antonio (io), Innocenzo e Cesare. Mia madre è morta. Mio padre, Innocenzo ed io viviamo insieme, mentre Cesare ha sposato una “francesina”. Mio padre e mia madre non hanno mai dimenticato il loro paese: ci hanno insegnato il dialetto grassanese, le tradizioni, il cibo... Questo è motivo di continui contrasti con mio padre! Conserva le sue abitudini ed usanze che sono diverse da quelle di questa parte della Francia. Dal momento che ha molto sofferto in gioventù, pensa sempre a ripararsi da qualsiasi disgrazia, risparmiando più che può. Noi, invece, spendiamo tutto quello che guadagniamo. Siamo “bi-nazionali” in tutti i sensi! Non siamo né francesi, né italiani, ma una miscela delle due culture.

Delle volte pensiamo alla francese, delle volte all’italiana, anche se siamo nati qui in Francia. Ci piace

ritornare a Grassano, ritrovare la nostra famiglia! Sono attaccato alle tradizioni grassanesi, anche se non le

condivido tutte, e al dialetto dei miei genitori.

 

Di Annalisa Tarullo

Fonte: ( Gazzetta del Mezzogiorno, n. 118, maggio 1998)